Il TAR del Lazio ha pronunciato la sentenza in materia di costi minimi di esercizio dell’autotrasporto, dopo che la Corte di Giustizia europea ha sancito l’illegittimità degli stessi con sentenza del 4 settembre scorso.

Articolo 83-bis (Tutela della sicurezza stradale e della regolarità del mercato dell’autotrasporto di cose per conto di terzi) Legge 6 agosto 2008, n. 133 di conversione del D.L. 25 giugno 2008, n. 112, modificato dall’art. 2 quinqies della legge 232 dicembre 2008, n. 201, modificato dall’art. 7 sexies della legge 9 aprile 2009, n. 33, modificato dall’art. 1-bis della legge 4 agosto 2010, n. 127, dall’art. 3-quater della legge 1 ottobre 2010, n. 163 di conversione del decreto-legge 5 agosto 2010, n. 125 e dall’art. 1 comma 4-undecies della legge 26 febbraio 2011, n. 10 di conversione del decreto-legge 29 dicembre 2010, n. 225, dall’art. 6 comma 2 lettera f-ter del testo coordinato del Decreto Legge 13 maggio 2011, n. 70, coordinato con la legge di conversione 12 luglio 2011, n. 106 e dall’art. 7-bis della legge 14 settembre 2011, n. 148 di conversione del decreto legge 13 agosto 2011, n. 138, dall’art. 23 della legge 7 agosto 2012 di conversione del decreto-legge 6 luglio 2012, n. 95, dall’ 1 comma 95 della Legge 27 dicembre 2013 n. 147 e dall’art. 1, comma 248, della L. 23 dicembre 2014, n. 190 – Legge di stabilità 2015.

La Corte di Giustizia di Lussemburgo si è pronunciata sulle questioni pregiudiziali sottopostele dal T.A.R. del Lazio, sancendo la contrarietà della normativa sui costi minimi di esercizio rispetto al diritto dell’Unione europea.